Storia

Una terra felice in cui la preistoria del lago di Mezzano, “la perla azzurra”, si fonde alla storia classica e a quella medievale dell’antico borgo per divenire Rinascimento splendido con la corte dei Farnese, sino a percepire, nelle tradizioni arcaiche ma ancora vive, il senso del paese e della sua dimensione.

 

Sin dalla Preistoria, il territorio di Valentano è stato luogo di insediamenti umani le cui tracce sono visibili nelle acque del Lago di Mezzano e in molti altri siti d’altura attorno all’abitato.

Le origini del paese risalgono dunque all’età del rame e alla piena età del bronzo, con tracce che risalgono a circa 20.000 anni fa; particolare importanza rivestono i ritrovamenti del 1972 di villaggi palafitticoli sommersi nel Lago di Mezzano.

Il territorio, percorso da fiumi e torrenti, era cosparso di villaggi e capanne, di cui sono rimaste testimonianze indelebili.

Sull'origine del toponimo sono state avanzate molte ipotesi, tra le quali quella che narra come Leone IX decise di far costruire due castelli intorno al Lago di Bolsena: uno in Val di Lago e l'altro in una valle ricca di alberi di Ontano, che veniva appunto chiamata Valle Ontana. Un'altra ipotesi piuttosto plausibile deriverebbe da un certo Valente, possidente signore che in antichità doveva risiedere in questa zona (il suffisso -ano significa spesso "proprietà di", da cui Valente-ano, proprietà di Valente).

Una non confermata tradizione vuole invece che Valentano derivi dall’etrusca “Verentum”, anche se presso l’abitato odierno non sono state rinvenute serie tracce del passaggio degli Etruschi (forse a causa del terreno cosparso di lapilli vulcanici, poco adatto a costruire e conservare ipogei), nonostante vi siano notizie dell’insediamento etrusco di Monte Becco e di altre tracce visibili in luoghi come Spinetto, Vallone, Santa Lucia, e presso la vicina Bisenzo.

Del periodo Romano, invece, sono ben visibili molti resti nelle numerose ville sparse lungo un diverticolo della Via Clodia; si tratta di ville rustiche, trasformatesi nel tempo in piccoli villaggi. Sono presenti anche resti di fortificazioni longobarde (Loc. Fortezza) con necropoli di cui si sono ritrovati alcuni resti oggi esposti nel locale museo: due sax (asce), reperti ceramici, e altre testimonianze.

Le prime notizie del paese potrebbero essere quelle del 680 D.C., anno in cui in questo centro si sarebbe trasferito per breve tempo il vescovo della distrutta città di Bisenzo, ma questa è una storia tutta da verificare.

Il primo documento in assoluto che testimonia la presenza di un luogo chiamato “Valentano” si ha dal Regesto di Farfa dell’813. Da altri documenti provenienti dall’Abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata (A.D. 827, 839, 844), si apprendono altre importanti notizie relative al paese, al centro di Mezzano, e a quello di Villa delle Fontane (Vico Funtanille).

Seguiranno le incursioni degli Ungari (fino al 915) e quelle dei Saraceni, dall’828 al 964, anno della distruzione della città di Vulci; è proprio in questo periodo che prende il via il fenomeno dell’incastellamento, durante il quale gli abitanti dei villaggi e delle campagne si spostano verso i centri fortificati, come i castelli protetti da cinte murarie, per difendersi dalle incursioni barbariche.

Nel 1053 il paese, sotto Leone X, è già strutturato, e appare organizzato come Comune libero, nel sito attualmente occupato, con la sua pieve dedicata a San Giovanni Evangelista e la Rocca di difesa. Da questo periodo e sino alla metà del 1300 il paese conobbe le ricordate distruzioni, gli incendi, le devastazioni e le ricostruzioni, dovute soprattutto all’alternarsi del dominio delle vicine città di Orvieto e Viterbo.

Va ricordato che a Villa Fontane sorgeva una domus templare con la Chiesa di “Sancta Maria ad Templum”, sulle cui porte nel 1309 vennero affissi i decreti del processo ai Templari; successivamente la Chiesa passò ai Cavalieri di Malta che la tennero sino al 1860.

Nel 1354 la cittadina, recuperata dal Cardinale Albornoz, venne assegnata alla signoria dei Farnese che la tennero per lunghi anni, trasformando in palazzo residenziale della Famiglia l’antica Rocca di difesa, con cortile rinascimentale e sale affrescate, richiedendo anche l’intervento di Antonio da Sangallo il Giovane. All’interno della Rocca, nel 1488, fu realizzato l’incantevole “cortile d’amore” in onore delle nozze tra Angelo Farnese, figlio di Pier Luigi il Seniore e la nobildonna Lella Orsini di Pitigliano, simboleggiate dagli stemmi delle due famiglie scolpiti nei capitelli del colonnato inferiore. In quegli anni nacquero nella Rocca personaggi importanti, quali Alessandro e Ranuccio, futuri cardinali, i duchi Ottavio (che sposerà Margherita d’Austria, figlia di Carlo V), Orazio e Vittoria; nel 1534 Alessandro Farnese venne eletto papa con il nome di Paolo III e dato che fu lui a voler far costruire la grande loggia con undici archi superiori in tufo e mattoni orientata verso ponente, fu chiamata in suo onore Loggiato Paolo III Farnese.

Questo splendido momento, vissuto sotto i Farnese, portò Valentano ad essere compreso nel Ducato di Castro (1537) e, quindi, a divenirne la capitale quando per le dispute tra i Farnese e la Camera Apostolica Castro venne completamente distrutta (1649).

Gli avvenimenti dei secoli seguenti registrano l’abbandono della Rocca da parte dei Farnese e la sua trasformazione in Monastero di Monache Domenicane.

Nel 1779, in seguito al crollo dell’antica “Porta Romana” eretta fin dal tempo di Papa Martino V Colonna nel 1417, viene edificata la nuova porta, ribattezzata “porta Magenta” ma comunemente denominata “porta del Vignola” ( lo stile ricalca infatti quello del famoso architetto, autore per Valentano del progetto del Mulino della Lega, situato lungo il corso del fiume Olpeta).

Il periodo francese è poco documentato nell’archivio comunale.

I Valentanesi sono presenti nell’Associazione Castrense del 1848 e quindi nella Lega dei Comuni di Castro che si opponeva al potere temporale dei papi e auspicava, nello spirito risorgimentale del tempo, l’unione dell’Italia tutta. Sede di una guarnigione di Zuavi Pontifici, il paese registrò l’arrivo e gli scontri con i garibaldini nel 1867. Ma ormai il 1870 era alle porte, e mentre si festeggiava la presa di Roma gli Zuavi incendiavano, nella piazza principale del paese, quasi tutte le carte dell’archivio storico del Comune di cui rimangono comunque preziose e insostituibili testimonianze, unitamente alle carte amministrative della distrutta città di Castro.

Il ‘900 si aprì con le lotte contadine e l’occupazione delle terre di Mezzano, ma si dovette attendere la fine della Prima Guerra Mondiale perché ai reduci fossero distribuite le cosiddette “enfiteusi”.

La Rocca (o Castello), abbandonata nel 1957, è stata restaurata a partire dal 1979 ed inaugurata nel 1996. Attualmente ospita le strutture culturali del paese con il Museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese, la Biblioteca Comunale ricca di fondi librari e di manoscritti, sale per conferenze ed esposizioni.

Albero genealogico Farnese